PATOLOGIE

Discopatia ed ernie discali

Discopatia è un termine utilizzato dai medici per indicare una generica alterazione del disco intervertebrale, quella specie di cuscinetto interposto tra una vertebra e l'altra con lo scopo di facilitare i movimenti ed ammortizzare gli urti.

I dischi intervertebrali sono strutture fibrocartilaginee interposte tra i corpi delle vertebre. In persone giovani costituiscono il 25% dell'altezza dell'intera colonna, ma questa percentuale diminuisce sensibilmente col passare degli anni.
La parte centrale del disco, chiamata nucleo polposo, ha una forma sferica e contiene una sostanza gelatinosa, composta per circa l'88% da acqua (negli anziani tale percentuale scende al di sotto del 70%).
L'anello che circonda il nucleo polposo è formato da una serie di fasci fibrosi concentrici. La loro particolare disposizione impedisce che le forze gravanti sulla colonna causino la fuoriuscita del nucleo.
Durante le varie sollecitazioni vertebrali  il nucleo polposo funge da ammortizzatore, distribuendo  i carichi  all'anello fibroso. Queste continue compressioni riducono il suo contenuto idrico, con conseguente disidratazione e perdita di spessore. Durante la notte, non subendo forze importanti,  i nuclei polposi si reidratano per osmosi, riacquistando lo spessore originale.
Se gli sforzi esercitati sulla colonna sono notevoli e ripetuti, il disco va incontro ad un rapido processo di invecchiamento e degenerazione, dando così origine alla discopatia.

Quando in seguito ad uno studio diagnostico, eseguito per accertare le cause del mal di schiena, si legge sul referto il semplice termine "discopatia", non è necessario allarmarsi. Si tratta infatti di una semplice condizione di sofferenza discale che probabilmente sta alla base di un dolore non spiegabile con altre patologie degenerative delle strutture vertebrali. In altre parole, non notando anomalie significative della colonna, si imputa l'origine del dolore ad uno o più dischi che, all'esame diagnostico, appaiono leggermente schiacciati. Tale diagnosi è abbastanza vaga ed imprecisa.
Il discorso cambia radicalmente quando si parla di discopatia degenerativa o quando il termine è inserito in un contesto più ampio (protrusione, erniazione, forte riduzione di spessore, alterazioni artrosiche ecc.).

Con il passare degli anni i dischi intervertebrali perdono acqua e collassano, diventando, praticamente, degli ammortizzatori scarichi. Tramite la risonanza magnetica si può apprezzare tale involuzione ed ipotizzare che questa stia alla base di dolori alla schiena non associati a sciatica. Si parla in questi casi di discopatia.

Le conseguenze più gravi di una discopatia sono legate alla riduzione della capacità ammortizzante del disco e alla contemporanea perdita dei normali rapporti tra una vertebra e l'altra.
L'insieme di questi processi favorisce l'erniazione discale e può portare, col passare degli anni, alla comparsa di artrosi vertebrale.
Queste anomalie possono irritare le strutture nervose adiacenti, scatenando dolore. Anche se il mal di schiena è il sintomo più comune associato a discopatia, nella maggioranza dei casi la patologia decorre in modo del tutto asintomatico.

CAUSE: mantenimento prolungato di posizioni statiche, come quella seduta, aggravate da sollecitazioni assiali come quelle a cui è sottoposta la colonna durante la guida. Altre possibili cause della patologia vanno ricercate nel normale processo di invecchiamento, nella sedentarietà e nella riduzione della performance fisica.
La terapia di una generica discopatia è fondamentalmente non invasiva e basata sull'utilizzo della fisiochinesiterapia, eventualmente associata a trattamento farmacologico con analgesici ed antinfiammatori. Anche nei casi più gravi (discopatia associata ad erniazione) si assiste spesso ad un miglioramento spontaneo, che viene favorito dal parziale riposo e dagli esercizi di riabilitazione.
In presenza di discopatia è quindi importante cercare di non peggiorare la situazione tramite una buona prevenzione (vedi: mal di schiena e prevenzione).
Solo nei casi più gravi, dopo il fallimento del trattamento conservativo, è necessario intervenire chirurgicamente.

Discopatia associata a...

Erniazione (ernia al disco): alterazione degenerativa del disco intervertebrale (discopatia), causata dal cedimento dell'anello fibroso e dalla conseguente fuoriuscita della sostanza semifluida presente nel nucleo. La migrazione di questo contenuto semifluido causa pressioni ed insulti di natura chimica alle radici nervose adiacenti, scatenando il dolore.
Spesso questo particolare tipo di discopatia ha come agente causale l'atto di piegarsi in avanti e di lato per sollevare oggetti pesanti.
Si possono verificare diversi gradi e tipi di erniazione del disco:

- PROTRUSIONE DISCALE: il disco in questione appare più schiacciato rispetto a quello adiacente; le fibre che costituiscono l'anello fibroso si sfiancano, senza lacerarsi

- PROLASSO DISCALE: l'anello fibroso si fissura ma il legamento longitudinale posteriore riesce a contenere il nucleo polposo

- ESTRUSIONE DISCALE: il nucleo polposo fuoriesce perforando anche il legamento longitudinale posteriore

- ESPULSIONE DISCALE: parte del materiale erniato è completamente espulso e perde la continuità con il nucleo polposo dal quale è migrato

Riduzione dello spazio tra la vertebra X e la vertebra Y: significa che il disco intervertebrale interposto tra queste due vertebre è schiacciato. Grazie alla risonanza magnetica è possibile riconoscere questa generica discopatia anche in fase estremamente precoce.

Spondilosi: difetto dell'arco vertebrale, una struttura anatomica situata posteriormente. Insieme al corpo, l'arco vertebrale forma un foro che, grazie alla sovrapposizione delle varie vertebre, dà origine e protezione ad un canale, detto vertebrale, in cui è contenuto il midollo spinale. La spondilolisi favorisce la spondilolistesi.

Spondilolistesi: scivolamento di una vertebra sull'altra. Può causare compressioni delle radici nervose e scatenare dolore.

Artrosi: processo degenerativo delle articolazioni associato all'invecchiamento. Talvolta inizia già intorno alla terza decade di vita e, in uno stadio avanzato, causa rigidità, dolore e limitazione dei movimenti. L'artrosi vertebrale è spesso associata a discopatia degenerativa.

 

Ernia al disco

Il termine ernia indica la fuoriuscita di un viscere (cioè di un organo interno in una cavità corporea) o di parte di esso dalla cavità naturale che normalmente lo contiene.
Nello specifico il termine ernia al disco indica la fuoriuscita di materiale del nucleo polposo del disco intervertebrale, causata dalla rottura delle fibre dell'anello fibroso che formano la parete del disco.
 

CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA
Il nucleo polposo ha una forma sferica ed  è formato da una sostanza gelatinosa composta per circa l'88% da acqua.
L'anello fibroso è formato da una serie di fasci fibrosi concentrici la cui disposizione impedisce la fuoriuscita della sostanza contenuta nel nucleo.
La forma sferica del nucleo conferisce allo stesso una grandissima mobilità (permette movimenti di flesso-estensione, inclinazione, scivolamento e rotazione) ma una scarsa ampiezza di movimento. Tuttavia la sommatoria dei movimenti dei vari dischi intervertebrali permette l'esecuzione di movimenti di grande ampiezza.
Durante le varie sollecitazioni alla colonna  il nucleo polposo funge da vero e proprio ammortizzatore distribuendo  i carichi  all'anello fibroso. Queste continue compressioni fanno sì che durante la giornata il disco intervertebrale si disidrati diminuendo il suo spessore. Durante la notte, non subendo più pressioni importanti,  i nuclei polposi si reidratano e riacquistanno il loro spessore iniziale. Per questo motivo di mattina siamo più alti che di sera.
Gli sforzi esercitati sul disco intervertebrale sono notevoli e per questo motivo col passare degli anni il disco va incontro a processi di invecchiamento.
Sotto l'azione di una pressione elevata (per esempio, in conseguenza del sollevamento di un peso eccessivo) la sostanza del nucleo polposo può migrare graduatamente in varie direzioni (in seguito al cedimento delle fibre dell'anello fibroso) .
Gli stretti rapporti anatomici tra disco intervertebrale e radici nervose fanno sì che la protrusione del materiale discale  comprimi meccanicamente le radici nervose adiacenti originando dolore. Secondo le teorie più recenti il dolore sarebbe in realtà generato non dal contatto diretto fra queste due strutture ma dalla fuoriuscita dal nucleo discale di un insieme di sostanze fortemente lesive per il nervo.

L'ernia del disco si manifesta tipicamente con la sciatica, ossia con dolore lungo il gluteo, la gamba ed il piede.

Le sollecitazioni ai dischi sono tanto maggiori quanto più ci si avvicina al sacro (il peso sopportato dal disco aumenta con l'altezza della parte sovrastante), pertanto l'erniazione del disco è un evento rarissimo a livello delle vertebre dorsali, abbastanza raro nel tratto cervicale e frequente nel tratto lombare.

Le cause più frequenti della comparsa di un ernia al disco sono: carichi eccessivi, sollevamento dei carichi in maniera scorretta, atteggiamenti del corpo e posture errate, lesioni vertebrali, deficit muscolari e dei tessuti ligamentosi.

ERNIA AL DISCO: PREVENZIONE
La prevenzione dell'ernia al disco si articola sui seguenti punti:
mantenimento di un buon tono muscolare, in particolare di quei muscoli che i medici riconoscono come "core", ovvero la parte funzionale del nostro corpo data dall'insieme dei muscoli addominali, obliqui, lombari e paravertebrali.

stretching per migliorare la flessibilità del tratto lombosacrale e dei muscoli ischio crurali

acquisizione della corretta tecnica di sollevamento (busto eretto e ginocchia flesse)

corrette abitudini alimentari, controllo del peso corporeo, attività fisica regolare, stile di vita orientato al benessere

ERNIA E PALESTRA
Come abbiamo detto nella parte introduttiva il sollevamento di un peso eccessivo in maniera scorretta rappresenta la principale causa di comparsa dell'ernia al disco.

In alcuni casi, per esempio quando si sollevano carichi molto elevati (90-100% del massimale ) in esercizi che sollecitano particolarmente le vertebre lombari  (squat, stacchi, spinte con  manubri, lento con bilanciere ecc.) può essere utile utilizzare una cintura di contenimento .
Tuttavia è inutile e controproducente utilizzare la cintura durante tutto l'allenamento in quanto il suo uso ha lo stesso effetto collaterale del busto.  L'utilizzo della cintura impedisce infatti ai muscoli che formano il cosiddetto torchio addominale di lavorare liberamente, interferendo con il loro sviluppo.
Inoltre una cintura troppo stretta diminuisce il rischio di ernia al disco ma aumenta notevolmente quello di ernia inguinale a causa delle forte pressioni intra addominali che si vengono a creare.